Per parlare di quanto lo stress, la paura e l’ansia, possono influire sulle difese immunitarie del nostro organismo, volevo riportare uno stralcio di capitolo scritto da Edward Bach che nonostante sia datato 1931, può essere considerato di grande attualità, inquadrando benissimo questo tema.

La paura delle malattie si è estesa talmente oggi da dare grande potenza al male in quanto apre la porta a ciò che temiamo e ne facilita l’ingresso. (…) La paura attualmente gioca un ruolo fondamentale nello sviluppo delle malattie e la scienza moderna ha accresciuto questo regno di terrore divulgando largamente tra il pubblico le sue scoperte che fino ad oggi non sono che delle mezze verità. La conoscenza dei batteri e dei diversi germi legati alla malattia ha rovinato la mente di decine di migliaia di uomini e, imponendosi con la paura, li ha resi più vulnerabili. Benché certe forme di vita inferiore come i batteri possono aver parte o essere associati a malattie fisiche, non rappresentano affatto tutta la verità sulla complessa questione come può essere dimostrato scientificamente o con la semplice osservazione dei fatti quotidiani. Vi è un fattore che la scienza non è in grado di spiegare con cause fisiche e che predispone certe persone alla malattia risparmiando le altre, benché le une e le altre siano esposte agli stessi rischi di infezione. Il materialismo dimentica che al di sopra del piano fisico vi è un elemento che nel corso ordinario della vita protegge o predispone un individuo alla malattia di qualunque natura essa sia. Col suo effetto deprimente sulla nostra psiche, la paura genera la disarmonia nei nostri corpi fisico e magnetico, preparando così il terreno all’invasore, di modo che se batteri e agenti fisici analoghi fossero la causa unica e certa della malattia, avremmo qualche ragione di essere atterriti, ma quando vediamo che nelle peggiori epidemie una parte soltanto di quelli che sono esposti viene colpita e che come abbiamo già visto la vera causa della malattia risiede nella nostra personalità, ed è quindi sotto il nostro controllo, allora possiamo camminare senza paura, né timore, sapendo che il rimedio è in noi stessi. Possiamo allontanare dal nostro spirito la paura degli agenti fisici come sola causa della malattia poiché sappiamo che l’ansia rende vulnerabili e che se noi ci adoperiamo nel mettere armonia alla nostra personalità, avremo la stessa probabilità di ammalarci che di essere colpiti da un fulmine o raggiunti da un frammento di meteorite. Consideriamo ora il corpo fisico. Non dobbiamo mai dimenticarci che esso non è che la dimora terrena dell’Anima nel quale permaniamo solo il tempo necessario per prendere contatto con il mondo allo scopo di acquisire esperienza e conoscenza. Senza identificarci troppo con il nostro corpo dobbiamo trattarlo con riguardo e averne cura così da conservarlo in buona salute e il più a lungo possibile per assolvere il nostro compito.(…) Bisogna mantenere il nostro buonumore, rifiutare di lasciarci abbattere dal dubbio e dalla depressione, i quali, ricordiamolo sempre, non fanno parte di noi, in quanto l’Anima non conosce che gioia e felicità”.

Già nel 1931 si credeva che la paura e l’ansia potessero predisporre un individuo alle malattie, in quanto le stesse preoccupazioni abbasserebbero le difese immunitarie di un organismo. Oggi possiamo confermare tutto ciò grazie a molte ricerche; in uno studio dell’Università La Sapienza e dell’Aisic compiuto nel 2009 emerge che circa il 70% degli italiani muore per malattie legate allo stress. Il dato è preoccupante.

Lo stress cronico è tra i fattori più rilevanti della nella genesi delle patologie più diffuse nei paesi industrializzati”, ha spiegato la presidente dell’AISIC, Cinzia De Vendictis durante una conferenza stampa tenutasi al CNR. “Si tratta delle malattie cronico-degenerative, che includono le patologie cardiovascolari, tumori, broncopneumopatie croniche ostruttive, cirrosi epatica, le malattie intestinali che nell’insieme costituiscono più del 70% delle cause di morte”. Un allarme lanciato anche dall’OMS, secondo cui entro il 2020 tumori e bronco pneumopatie cronico ostruttive costituiranno la terza causa di morte. Tra i disturbi causati dallo stress anche l’ipertensione che, oltre alle patologie cardiovascolari, può essere causa di diabete e infarto. Colpisce il 25% degli italiani, circa 15 milioni di persone, percentuale che raggiunge l’80% se si considerano gli “over 65”. “Ansia, depressione, alcolismo, disadattamento sociale, abuso di farmaci, sono tutte possibili complicazioni dell’ansia da stress”, sottolinea De Vendictis. “Particolare attenzione merita la depressione, che colpisce nell’arco della vita il 15-20% della popolazione. Gli umani sono possono tollerare solo un certo grado di stress, cioè quello che consente di sopravvivere anche in circostanze eccezionali e che viene definito “stress buono”.

Esiste però lo stress cronico, che deriva dal persistere nel tempo di più stressori – cioè eventi traumatici, condizioni ambientali, cognitivi, stili di vita – che fanno superare la cosiddetta soglia critica oltre la quale l’organismo non riesce più a difendersi e la naturale capacità di adattarsi viene a mancare. Di conseguenza il sistema immunitario si indebolisce, l’organismo diventa più vulnerabile alle infezioni, alle malattie e allo sviluppo di patologie autoimmuni: è evidente che ognuno reagisce in base alle caratteristiche e predisposizioni costituzionali.

Dunque lo stress, o meglio gli eccessi di quella che fondamentalmente è una reazione naturale che ci permette di far fronte al pericolo e di gestire le novità può diventare e spesso diventa, fonte di guai per il nostro benessere fisico e psicologico.

Il nostro organismo è fatto per permetterci di reagire alle cose che ci succedono e ai cambiamenti di ambiente, recuperando poi velocemente il proprio equilibrio“, spiega Bruce Mc Ewen della Rockefeller University, uno dei padri degli studi sullo stress. Come dire che il corpo reagisce alle aggressioni esterne, per esempio rilasciando sostanze che ci aiutano a rispondere alle sollecitazioni, aumentando la pressione sanguigna e il battito cardiaco, oppure potenziando il sistema immunitario per accelerare la guarigione di eventuali ferite.
Il problema – precisa McEwen – si verifica quando questo meccanismo fisiologico entra in una condizione di sovraccarico, per eccesso di stress, o per incapacità di ridurre la tensione una volta superata l’emergenza“. È a questo punto che si genera uno stato di frustrazione o ansia perenne, traducibile in termini biologici in un aumento costante degli stessi mediatori chimici, che finiscono con il logorare l’organismo. E sono sempre più numerosi gli studi che confermano il legame tra eccesso di stress e patologie diverse, dalle banali infezioni alle allergie, alle malattie autoimmuni e al cancro.

Gli studi più nuovi riguardano le relazioni tra cervello e sistema immunitario. “Da molti anni sapevamo che le emozioni positive e negative sono governate da diverse aree cerebrali“, spiega Esther Sternberg, ricercatrice presso i National Institutes of Health di Bethesda. “In particolare, esiste un’area cerebrale, l’ipotalamo, predisposta a controllare la risposta dell’organismo allo stress. Attraverso l’azione dei neurotrasmettitori, quelli coinvolti nella risposta da stress, e quelli legati alle emozioni positive come la dopamina“.

Le novità più importanti però sono quelle che riguardano la comunicazione tra cervello e sistema immunitario. “Una comunicazione a due sensi“, precisa Sternberg: “il sistema immunitario invia segnali attraverso le interleuchine, il cervello attraverso gli ormoni“. In questo modo le molecole del sistema immunitario possono attivare il centro dello stress il quale a sua volta agisce sui meccanismi immunitari. Quando siamo stressati, l’aumentata produzione ormonale rende più vulnerabile il nostro sistema immunitario, riducendo la produzione di anticorpi e rendendoci più vulnerabili alle infezioni. “Mentre se il sistema immunitario è ipersollecitato, non è in grado di fermarsi quando necessario, aprendo la porta alle malattie di origine infiammatoria come l’artrite”, precisa la ricercatrice“.
Proprio questa visione dell’organismo umano come sistema integrato basato sull’interazione tra il sistema nervoso, quello neuroendocrino e quello immunitario sta alla base della psiconeuroendocrinoimmunologia – per brevità Pnei – una nuova disciplina, o meglio un approccio alle scienze mediche e alla psicologia nato da poco più di vent’anni per studiare l’organismo nella sua interezza e nell’interazione con l’ambiente nel senso più ampio del termine.

Arriva da studi Pnei la conferma scientifica del fatto che il benessere fisico influenza lo stato d’animo, e viceversa. Sappiamo tutti che un raffreddore può tenerci in casa se ci attende un impegno spiacevole, ma se abbiamo un programma che ci entusiasma non c’è febbre che tenga. Anzi, se l’appuntamento è davvero importante, può darsi che la febbre non venga proprio o vada via. E decine ricerche confermano che una vita gratificante e ricca di relazioni sociali è anche un’ottima premessa per una buona salute. Fondamentale sarebbe imparare a prenderci cura di noi stessi: seguire un’alimentazione sana, fare attività fisica, dormire quanto necessario, concedersi delle pause, imparare tecniche di rilassamento, ricercare la dimensione della spiritualità. Bisognerebbe liberarsi dall’idea che l’unico modo di fare bene le cose sia fare tutto e subito: spesso è la nostra ansia a darci la sensazione che il tempo passi troppo in fretta. Importante sarebbe recuperare i ritmi del relax, dei pasti, del sonno, di vivere nel presente dedicando attenzione a ciò che facciamo.

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Dott.ssa Elisa Santarelli